di Elena Bilotta
Una pratica di Mindfulness per osservare da cosa scaturisce la propria rabbia
La rabbia è un’emozione che si prova quando si sente di subire un’ingiustizia o quando qualcosa o qualcuno ostacola il raggiungimento di uno scopo importante. Si manifesta con una tensione nel corpo e una tendenza all’azione di tipo aggressivo, che variano a seconda dell’intensità dell’emozione: si vorrebbe urlare, riprendersi ciò che è proprio, punire il colpevole. Provare rabbia è un’esperienza che fa parte della vita di tutti ed è frequente attaccarsi a essa alimentando odio, rancore e angoscia. Questo accade perché non è facile non reagire alla rabbia, lasciandola”decantare” senza sopprimerla. Può aiutare in questa complessa e delicata operazione, la lettura degli stati mentali che si celano dietro la rabbia, perché sono gli stessi che ne alimentano il fuoco. Spesso la rabbia è, infatti, un’emozione secondaria, che si presenta in risposta a un’emozione primaria, di solito tristezza o paura, che racchiude una propria vulnerabilità. Possiamo arrabbiarci perché abbiamo subìto una perdita, o abbiamo paura di perdere qualcosa; perché siamo stati traditi, abbandonati, derisi, oppure abbiamo paura di esserlo. La rabbia e l’aggressività sono in grado di celare, però, queste nostre vulnerabilità, alimentando e cronicizzando così le emozioni primarie e le credenze che le sostengono.
A livello interpersonale, comunicare con aggressività non porta a ottenere comprensione da parte dell’interlocutore, ma sfocia nel conflitto e nell’aumento della rabbia stessa. L’idea che manifestare la rabbia ci aiuti a “sfogarci” è, infatti, un falso mito che non corrisponde a ciò che a livello fisiologico e psicologico accade quando si litiga: l’attivazione del corpo e i pensieri negativi aumentano a dismisura, facendoci stare peggio. In questi casi, regolare la propria rabbia per poter comunicare in maniera assertiva è sempre la soluzione ottimale.
Se ti capita di avere difficoltà a regolare la rabbia, investigarne le origini può aiutare a rallentare la tua impulsività. Puoi provare a farlo attraverso una pratica di Mindfulness: siediti a osservare il tuo respiro, senza modificarlo, per dieci minuti. Porta alla mente un episodio recente nel quale ti sei arrabbiato, cercando di selezionare un evento non eccessivamente intenso, in modo che la pratica non sia troppo sfidante. Osserva nel corpo che effetto ti fa riportare alla mente la rabbia: rimani sulle sensazioni del corpo e continua a osservare il tuo respiro. Nota come è facile attaccarsi alle convinzioni, alle critiche, ai pensieri che la mente rabbiosa elabora.
Ora sei pronto a notare cosa c’è dietro la tua rabbia. Qual è la ferita o la paura che ha fatto sorgere in te la rabbia? Osserva quanto ti sentiresti addolorato o impaurito se si dovesse avverare ciò che temi. Riconosci e fai spazio alla tua vulnerabilità senza giudicarla.
Immagina in che altro modo potresti comunicare con la tua paura o con la tua ferita, al di là della rabbia.
Per approfondimenti:
Kornfield, J. (2016). Il cuore saggio. Corbaccio.
Thich Nhat Hahn (2001). Spegni il fuoco della rabbia. Oscar Mondadori.